De rerum humanitatis

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    De Rerum humanitatis è un breve dialogo immaginario costruito su ispirazione del Secretum di Petrarca, colui che ho sempre ritenuto come quello che per primo accese la mia passione verso la poesia.
    Di fatti il "maestro" presente nel dialogo è proprio Petrarca con cui metto in luce le mie posizioni sulla filosofia più giusta, la perfezione raggiunta nel mondo classico e la religione (anche se per quanto riguarda questa ormai le mie posizioni sono del tutto cambiate allontanandosi dal cristianesimo anche nei valori principali, grazie all'influsso che ha avuto su di me Nietzsche). In ultimo si tratta anche la questione dell'esistenza o meno dell'amore, spero che a qualcuno interessi.





    De Rerum humanitatis

    La seconda disputa che mi vide con lo mio maestro ebbe un tono più sereno che la prima tempestosa, e non sol è d'uopo ch'io scriva ciò per render grazia de fortuna ch'ebbi e qual onore, ma per evidenziar una certa progressione nella mia stessa persona sull'argomento de la mela usata a figura di scienza acquisibile. Or lo mio solito quasi protos euretes, quale originatore della mia passione della dolce lira, m'apparve sotto la curva chiomatura d'un salice in primavera.
    Lo mio spirto era nuovo e ricco.
    Lo maestro che ben più sapea di me, vedea ciò e mi sorrise dolce, apparendo con carezze alle fraterne fronde.
    Inchinammi dinanzi una tal personalità e imbarazzato guardai lo mio riflesso in uno specchio d'origine piovana.
    "Oh lume di lingua, quanto mi mancasti dopo le tue parole incomprese dal mio essere così acerbo! Oggi compari a me, in clima così florido, perchè insieme invece di sentir li miei antichi sofismi irragionevoli e forzati, sentiamo pure il canto cordiale dell'usignolo."
    "Oh figlio illuminato da cagion divina, oh testimonianza di misericordia,Chi era il protagonista de le tue lodi? Son venuto perchè tu ti presentasti nudo a Lui pria del peccato, mettendo te stesso dinanzi a questo e hai finalmente giudicato trovando un seme. T'esorto perciò a perseverar nel giusto."
    "Maestro dolce poeta, io ascolto li tuoi apprezzamenti e ancor non stacco lo mio vergognoso viso da terra, poichè pur riconoscendo omai quanto il nostro Dio sia misericordioso, io non riesco a dimenticare de li miei sofismi detti dinanzi la sua Personalità e lodo Colui che è venuto tra noi per non avermi punito in alcun modo all'occasione, ma oltre a ciò, prego anche te maestro, e t'esorto affinchè tu finisca di rimembrare con me cose omai appartenenti al passato in favore de nuove cose"
    L'amor della ragione mai s'esaurisce, ed ecco li dissidi ancor colpirci!
    Devoti allo stesso Dio, seppur forse con nomi diversi, volgemmo lo nostro mortal spirto verso li antichi che tanto produssero.

    E già allora la mia opinione era questa, che tu concordasti da sempre, la perfezione raggiunta da modelli a me mai così cari.
    E ti parlo anche della dolce Arcadia e di poeti d'isole.
    Lesbia ululante d'amore e Alceo in fervore politico.
    Quant'è vero che la storia non è che solo un ciclo?
    E cosa rispondiamo mio caro maestro a color che ancora oggi sostengono l'inutilità di quella del passato?
    Siamo concordi nel dire che li errori che oggi conducono noi alla malora son già stati fatti tempo addietro. Tam basterebbe poco per ottener progresso, eppur un po' da primo umano, se vediamo un rosso-bianco fungo dannoso non evitiamo ma per fame e brama allor soccombiamo.
    E così successe proprio a dittatori in tempi antichi e sacri e ancor moderni.
    La tirannia uccide la libertà oggi o millenni fa?
    Rimembro o maestro il Pindaro attaccato che tra i sapienti si trova in alto e quanto spirto! Lo gladio temporale era tenuto assai bene posso osservare e de lo spirituale si curava l'uomo.
    E' questo o maestro uno dei tanti mali, la comunità ... la libertà ...
    La soluzione che trovai tempo fa era la distruzione di ciò e or opto invece per la pace.
    Bisogna or amar lo stato e tutte le genti che ne fanno parte. Se alcun passa per caso tu vedendo non lo urterai poichè l'amor che movve il sole anni or sono sopravvive nelle forme semplici.
    Riguardo li tiranni non dico molto, mi chiedo sol perchè la saggezza era raggiunta da Priamidi e poi addirittura Atreidi che dopo la occidental guerra, ad Argo trovò morte (Agamennone) e oggi invece chi è costui che di poter centrale raccoglie il mondo sotto un vecchio lume dantesco?
    Ov'è quel legame che tutti possedean secoli or sono e che la vita realizzava?
    "Ahimè, il divin legame di cui parli, ch'io ben comprendo, già negli anni miei svanì da uomo che incosciente mangiò la mela una seconda volta."
    "Oh, quante critiche allor si mossero e muoviamo ancor oggi alla cattolica Casa, eppur mi chiedo se tra le vere esageriamo. Rimembro li tempi in cui la colpa di una crisi era di neri ed ebrei, non è che attaccando perennemente ciò che solo adesso è veramente corrotto si voglia trovar odio e farmakon?"
    "Dici bene e t'ammiro mio primo allievo, poichè usi accortezza e divaghi su ciò che più non è lo specchio in cui guardare, ma lasciamo or ciò a chi volesse intendere, e per il resto, su li tempi antichi posso certo esser d'accordo, che di tanta ignorantia di terrena scienza, lo gladio spirituale rendeva lo medieval tosto felice!"
    "M'hai compreso subito, o mio maestro, mi chiedo allor se più non divaghiamo e t'esorto ad ascoltar le mie nuove lodi al Dio"
    E ragionammo allor su certe essenze che l'om non può attraverso alcun canale di ragion comprendere, però omai capii da tempo addietro che lo rifiuto senza decreto non era certo socrateo, ma più qualcosa di ignoranza, che divora spesso l'om predisposto alla cultura come un tarlo all'interno di una cassa di legno che fuori sembra bella e ornata ma presto crollerà in tutte le fondamenta.
    "L'om, mio maestro, deve espellere questo tarlo d'odio e guardare con amore verso il cielo. Allor la scienza umana più non basta, poichè è necessario veder intorno ciò che partecipa ad una sol natura e discende gradualmente da essa. Così anche noi e gli uccelli e la terra e gli alberi verdi o secchi e le laboriose api, le formiche, le cicale, i lombrichi, i serpenti, anche una foglia, tutti lodano l'Alto e guardano verso sù da una prospettiva diversa."
    "Oh t'ammiro per ciò ma affinchè saggi l'animo tuo, cosa rispondi a chi ti dice che non c'entra alcunchè la divin Natura con quella umana or cose simili? Rispondimi affinchè veda io se fosti e sei un defensor fidei."
    "Non m'attribuisco questo titolo ... "
    "Vedo che abbracciando ciò dove tu non arrivi il tuo animo si presenta temperato"
    "L'hai detto, ma io non lo sono davvero, e ti piaccia ch'io termino ciò che stavo per dire dicendo che ammiro tanto gli epicurei e seguo molto la medicina amata, però ritorno a dire de la superiorità de i classici antichi e ti cito Cicerone defensor res publica e il suo atteggiamento filosofico eclittico, infatti i vari pensieri sono discordi ed è d'uopo ch'io cerchi il bene in tutto. Nel caso di cui stiamo parlando il bene è Dio, e che importa se Costui è separato o meno da la nostra natura? Non ascoltiamo pensieri maligni e non rimembriamo i tempi in cui Costui sembra scomparso poichè certi progetti sono a noi inspiegabili, così come il giorno in cui mio padre lasciò il mondo terreno. Non insulto più l'Altissimo, ma lo elogio e lo prego affinchè nei suoi piani ci sia la protezione per la mia gente, mi rimetto alla Sua misericordia, e che importa qual è il nome di Costui? Se tu parli d'amore verso il prossimo, se mi parli di purezza, se mi parli del mondo ch'io amo e non di come l'uomo lo rovina, se mi parli della pace allor tu mi parli del mio Dio, se mi parli di odio e guerra, se mi parli di necessitade d'arme allora Costui non è il dio di cui parlo io."
    "Gloria immensa augura il mio cuore a tutta la stirpe umana che tra i peccati ha il cuor puro."
    "V'era un vecchio padre che avea due figli e chiese per questo aiuto nella vigna. Il primo disse di no, ma poi vi ripensò e andò, il secondo disse di sì ma non si vide al lavoro. Chi allora seguì ciò che dicea il padre? Che mai nessuno di noi giudichi il cuore mortale d'un assassino poichè solo Dio sa chi è veramente e neanche la persona stessa può comprendere lo suo carattere empireo. A noi spetta tacere e accettare, chi riconosce di non comprendere come lo riconosco io, preghi affinchè rientri nelle grazie di un vero Salvatore."
    "E ci piaccia di sfatare il nesso tra religio e superstitione"
    "Chi parlò in favore di ciò è ovvio che avea necessitade di far ammenda alla propria tracotanza. L'om cerca di spiccare il volo come un uccello ma vedendo di non potercela fare da solo allora costruisce un apparecchio, ma non è certo lui che si ritrova in volo per sua natura. In certi uomini v'è il bisogno di affermare se stessi e le proprie forze e non nascondo che prima di comprender che il contrario non fosse cosa brutta, io ero tra costoro, ed oggi li vedo incespicare sulla più piccola roccia e condurre la vita come nuotando nelle sabbie mobili. Allor così associano nozioni bucoliche sorpassate alla figura del Padre ed è da comprendere che ciò è una medicina per lor spirti alquanto deboli. Superstitione era credere che un Altissimo fa venire tuoni et fulmini et pioggia, ma non attribuire a Lo Stesso caratteri di sollevazione della nostra effimera figura umana. Tesso, come vedi, continue lodi alla Sua bontà e alla sua essenza che celebro e non comprendo, ma attraverso il ricorso di tutti esempi che già furono citati da noi, abbiamo vere e proprie prove della sua Divinità che non valgono meno di quelle atee della sua non esistenza. La soluzione a tutto il discorso è che è d'uopo per tutti riconoscere di non sapere, io so di non sapere e mi affido alla Superiore Benevolenza."
    "Le tue parole sono a me care e lo erano già da tempo immemore, ma lascia ancora ch'io sperimenti questo tuo cambiamento e non ti crucciare poichè non ti metto in discussione alcuna: cosa rispondi a color che non credono e che dicono <<ma se non esiste Colui che esalti avrai vissuto in modo limitato>>"
    "Io allora mi soffermo ancora a pensare sull'amore, e spero che di ciò ti piaccia parlare tra non molto poichè l'argomento è a me caro e la mia posizione non si sposta così tanto dal passato, ma pensando a ciò mi chiedo ... l'amore verso qualcosa, per voi che ci credete, è forse negativo? Se io amassi veramente Quello, ho guastato a qualcuno se la Sua esistenza si rivelerà vana? E poi, ricordiamo che Dio è purezza e se purezza è bene, bene non può essere limitazione. Di cosa alllor sarei cresciuto limitato? Di blasfemie forse? La blasfemia è uno sciocco sfogo a cui anch'io cado e riconosco che sia impropria per l'uomo e mi chiedo: se Costui che amiamo esiste davvero, nei suoi infiniti progetti, c'è forse qualcosa sprecato verso simili sciocchezze? Dio è purezza e purezza è sinonimo di bene, il bene assoluto coincide con la figura di Dio stesso, e se Questa Figura fosse solo ideale ... avremmo comunque portato in terra il bene tanto agognato. Discendiamo e partecipiamo della Divina Natura, per ciò nulla ci vieta di perseguire lo status ideale e portare qui tra noi il Sommo Bene. Verremo ricordati come boni e non malfattori in ogni caso, poichè gl'ideali che porta il seguire le vere religiones, son cose buone sovra ogni grado."
    "Allor piacciati che dopo aver veduto l'animo tuo cresciuto, mi parli pure dell'accenno precedente, mi stupisco sentendo che la tua positione sull'amore non è poi così cambiata perchè vedo io tanta devotio verso lo Dio che t'ha accresciuto, e non provi forse amor verso di Lui?"
    "E qui o mio caro maestro, cominceremo una discussione amplissima sovra ogni cosa poichè le cose da specificare e da distinguere e temi utopistici da affrontare sono veramente tanti, ma ti ringrazio poichè hai tu stesso soddisfatto il mio disio di parola."
    "E allora piacciati di cominciare e proseguire per lo tempo che desideriamo. Prima lascia che io ti ripeta ciò che credo. Credo nella nobilitade del sentimento umano che però spesso ci svia da li nostri studi e ragionamenti, e per questo fui tempo addietro incline a rifiutarlo e relegarlo in volumi cartacei, ma non mancai mai d'esaltar la mia Lauretta in ogni situazione. La sua grazia e bellezza mi colpì anni e anni e il mio sentimento per lei era certamente puro."
    "Maestro, già S.Agostino, un caro filosofo, t'ammonì veramente poichè il tuo sentimento era vero ma vero tra il carnale e allor qui è necessitade mia specificar bene cosa sia questo amore, ma per farlo bisogna soffermarci più a lungo che mai. Parliamo allor di ciò a seconda de li gradi e poi specificheremo meglio a seguito. L'amore carnale è il primo grado dell'amore, questo svia spesso poichè rischia l'uomo, per lo stesso, di incorrere in una fame lupesca, come chi avendo già una preda vuole azzannare di tutto ciò che gli si para innanzi sol per non aver prurito ai denti. L'amor carnale è necessario per la continuazione de la nostra stirpe, ma di certo non è per me cosa da esaltare, vado contro a Platone che lo esalta per continuazione de' stirpi poichè è proprio di un animale e non cosa umana, non cosa divina secondo il mio stesso giudizio. Il voler bene si colloca al piano superiore e quanto fosse forte la base di ciò lo vediamo oggi in tempi de' totale perdizione.
    Vedi infatti ch'io non urto lo viandante per rispetto e ciò è una convenzione sociale del quieto vivere.
    Non insulto alcuna persona per caso ch'io non conosca e rispetto le leggi dello stato superiore.
    Questo bene in maniera diversa è rimasto radicato in tutti almeno in buona parte, però vi son sempre oppositori che son privi anche di questo e tra loro vi sono i rivoluzionari, gli attentatori alla res publica.
    La figura dell'amor del secondo grado da aver come modello è Marco Tullio Cicerone, che in momenti di grave crisi et periculi non esitò in minima parte a difendere lo Stato perdendo poi anche la vita.
    Per ciò invece non bisogna lodare color che attentarono alla sacralità dello stato che discende da ordine divino, e tra costoro vi fueron il nobile Catilina, in parte minima anche lo stesso Gaio Giulio Cesare si macchiò di questo peccato per nulla lavabile e fonte di male e sciagura eterna.
    Gli stessi di questi attentatori fueron giustamente perseguitati et trovarono morte disonorevole per certi atti deplorevoli.
    L'amor altissimo e di Divina Natura è quello che porta Dante, poeta sommo.
    In ciò rientra l'esaltazione de la donna in ogne ambito e tutto non è limitato ad una semplice tradizione cavalleresca, ch'è invece da scartare poichè non è onorevole e dignitosa per un uomo, ma è espressione di livello di anima superiore, destinata già ad una salvezza o ad una rigenerazione poichè se n'ha tanto bisogno in terra.
    Ma, ahimè, oggi io non vedo Dante tra li uomini, che dicon d'amare prendendo per giusto lo primo grado.
    "Ma l'amor di primo grado, come tu lo chiamasti, è necessario e non è certo peccato! Chi vivrebbe senza di quello? Tutto ciò è simile a li tuoi vecchi sofismi, anche se questo l'è più ingentilito, è inverosimile."
    "Ma di fatti tutti dobbiamo perseguire anche l'amor di primo grado, ma ciò non è amore ma solamente attrazione fisica e l'uomo deve rendersi conto di questo. L'amor di primo grado è certamente da seguire dopo aver conseguito il terzo poichè tutto ciò rende nobile l'atto e non animalesco, e se lo si vuole perseguire senza raggiungere pria lo terzo grado, io lo estimo come giusto e son d'accordo, ma non lo si deve chiamare amore poichè ciò offende la precedente tradizione di poeti et omini che amarono veramente esaltando una sola figura tra tante e tra questi poeti, o mio maestro, ci fosti anche tu! Non crucciarti de li tuoi dissidi poichè è capitato in modo orribile e a quanto vedo da tempo immemore che l'om è divenuto lupo e deprada le terre lasciando nulla alle altre care creature e allor l'agnello si langue e si duole per tanti deplorevoli fatti, e tu, uomo tra tanti lupi, hai vissuto per primo intorno a te gli antecedenti della rovina e ne fosti influenzato cantando di morte porto della vita e così come te, anch'io nella mia umiltà oggi piango i miei dissidi ... destinati ad essere agnelli in un bosco pieno di lupi, destinati ad aspettare una giusta cagione che da un monte ci illumini per portarci ove tutto ciò ch'è bello e che soprattutto fu bello, viene ancora riconosciuto, così dopo il gentile secondo grado amoroso, conosceremo anche il terzo e legando ciò ai nostri bisogni per la nostra giusta e riconoscibile natura animale gireremo finalmente tranquilli senza temer d'incorrere nel peccato e tutti i dissidi scompariranno, le nostre anime saranno ancor più nobili per il contesto e il peccato antico della mela verrà certamente buttato addietro; ti piaccia ch'io per confermare la mia teoria usi un sol argomento.
    L'amor oggi se esistesse come dicono qui, sarebbe un sentimento di nicchia, che con le sue braccia tiene chiusa la classe dei belli e dei ricchi all'interno di ciò e lascia brutti, dotti, poeti, filosofi fuori da tale nettare divino.
    "E ciò è evidentemente male."
    "Sì, mio maestro, e se ciò è male, può forse esser nominato amore?"
    "Amore è sinonimo solo di purezza"
    "Allor aspettiamo pure il caro Virgilio e la cara Beatrice, salveranno anche noi."

    Tirando a parlar finimmo presto sotto il ciel della madre notte, ch'anch'essa oggi si langue per le care figlie non più vedute ma oscurate poichè l'om comune tiene l'occhio tra le quattro pareti e considera esistere solo quelle e così non più ammirazione e dolcezza prova verso ciò che madre e padre da tempi immemori gli donarono, ma furibondo de li doni crea altro che va sol a confluire in male.
    Ed ecco allor i figli dell'uomo e della scienza, che oscurano cielo e stelle e contrastano la favolosa luce lunare.
    Noi ci sforzammo di cercar altri occhi in cielo, ma questo è in guerra con noi e parea il nulla totale, oscurato da qualche nuvola che accontenta gli stolti nel comune disio.
    L'unico lume di quella notte venne in sogno a me e quando lo raccontai al mio maestro, piangendo capii che qualcosa s'era manifestato poichè in due avevamo visto la stessa cosa di cui ragionammo poco nel giorno precedente.
    Tra le tante anime magne apparve il gran console del concordia ordinum e s'espresse presto, da me esortato, nell' illuminarmi sovra l'unico modello di giusto stato.
    Lo stato romano è edificio unico e simbolo di perfezione umana perduta.
    La base, mi disse, è fatta dai tribuni che collaborano sulle giuste cose, in alto c'è la classe prediletta, i figli di Roma illuminati, i sacri tra gli umani, gli optimates.
    Tra codesti c'era lui, il grande spirto di cui stiamo parlando e che tutti sicuramente intendono.
    Mi rammentò della sua orazione e de la figura di Pompeo, eroico generale che protesse la nostra cultura et la nostra odierna esistenza dai sovrani orientali.
    Cesare non è tra loro, poichè con la sua azione e politica demagogica sottrasse Roma alla res publica e anche dal suo esempio presero formazione nei futuri dittature spregevoli.
    Li imperatori hanno questo di male: attentare alle fondamenta della perfezione minandola e sostituendola con un modello umano malvoluto dall'Alto.
    E così allor lasciarono proclamarsi divini e fueron artefices di orribili e malvagie azioni verso gli uomini nobili, spesso sol per loro capricci.
    I consoli a capo della magna res publica erano due e col lor diritto di veto, nessuno era potente in eccessivo modo da poter minare la vita dello stato perfettamente democratico.
    La democratia romana è quindi per così dire, come possiamo capire, lo stato ideale e giusto per qualunque uomo vivente. Essa dev'essere esaltata e mai dimenticata nel corso dei secoli e semmai l'odierno vile stato sia per grazia di Dio momentaneo; tutti gli uomini dovranno aver la forza di guardare al passato sperando di non aver perso memoria e coscienza e dovranno cancellare tutti gli errori fatti in favore della restaurazione.
    Se codesto stato non dovesse cader da solo, allora dall'Alto anche gli spirti repubblicani adesso cantano d'un filosofo illuminato che giunga a salvare la sua patria, al quale il posto tra i grandi, degni di eterna memoria, è già assicurato.
    Costui dovrà con i suoi distruggere tutte le istituzioni e radere al suolo la civiltà e daccapo, come è d'uopo veramente fare, ricostituirà ogni cosa e preparerà negli anni l'avvento di qualcosa d'antico, l'amata res publica.
    Lui stesso allora darà in tempi successivi e dopo aver risvegliato l'onore de li uomini, potere a due consoli, e riformerà il senato e le assemblee.
    Tra il senato i ricchi saranno i sapienti, coloro che saranno capaci di guardare verso la volontà generale e al bene comune.
    Tra le assemblee, particolare attenzione dovremmo fare a quella popolare.
    Il popolo è per sua natura violento e ignorante e lo stesso Solone giustamente ne lamentò gli aspetti insulsi.
    Per questo motivo il popolo deve essere ascoltato in parte e deve avere un solo portavoce che tenga presenti agli alti saggi del senato i problemi veri di parte popolare.
    Questi saggi saranno obbligati a tener conto de i problemi comuni e lo faranno, altrimenti non potranno mai rivestire il ruolo assegnatogli dalla Volontà.
    Per quanto riguarda le rivolte, anche in questo caso la classe degli optimates dovrà essere interpellata, se essi ritengono che s'è infiltrato nello stato una personalità demagogica o che il popolo stia dimostrando una certa ignoranza, è necessario ricorrere alla repressione con il sangue, poichè una mela resta buona solo quando si taglia via il marcio, ma se questo resta in qualunque forma, finisce per far marcire tutta la mela e prenderà il controllo giudicando il buono qualcosa di marcio, cosa che sussiste tutt'ora e crea ben più sconforto e morte di quanto farebbe una sana repressione.
    Questo tipo di stato, come ragionammo anche nell'indomani io e lo mio adorato maestro, è la vera retta via, che conduce l'uomo alla riscoperta di se stesso e della felicità circostante, inoltre acconsente una vita felice per tutte le grandi soddisfazioni che si potranno ottenere.
    Solo in questo modo l'amore tornerà a trionfare e allor anch'io, felice oltre ogni misura, abbraccerò, insieme ai miei fratelli, il bene necessario.
    L'uomo tornerà finalmente ad essere uomo e non sarà più animale.

    "Ti piaccia or pria ch'io vada, parlar d'un ultimo argomento. Tutto è stato ampliato e specificato ne lo miglior modo possibile in questa nostra conversazione, ma la volta scorsa, se tu ben ricordi parlammo d'atopia e rimembravamo il titolo atopos attribuito a Socrate, dunque, piacciati mio allievo, di illustrar un'ultima volta e nel modo breve la filosofia a te più cara, che sia lume per ogni uomo se essa è giusta, e non mi voglio soffermare a discorrere su uno spirto a te caro, ma solo degli atteggiamenti e di ciò che tu leggi e a cui ti ispiri."
    "Maestro tra gli illuminati, fonte ispiratrice di secoli e secoli per lo tuo discorrere sempre apprezzato ... luce per i poeti dell'accademia d'Arcadia e fedele ai posteri, tu ch'hai amato in vita tua e che rimembrasti sempre con me ogne sera i cari lumi a noi cari; io rendo manifesto la mia stima e il mio amore forte nei tuoi confronti felice d'assecondare questo tuo disio e sperando che le mie risposte soddisfino te nel profondo del tuo animo, immenso tra tutti. Ricordo che il mio atteggiamento filosofico è ciceroniano, prendo il bene per me, prendo ciò che più mi piace e ti parlo della filosofia come regina tra le discipline.
    Le scienze infatti sono vaste, molteplici, ma la filosofia con il mondo che t'apre t'innalza dal basso del popolo e t'avvicina agli optimates de l'antico tempo.
    Allor in questo modo è lecito dire che non v'è più un autore che mi piaccia o meno, poichè io guardo a tutti con ammirazione assorbendo ciò che trovo più giusto.
    Elogio Socrate per ciò che ne scrive Platone e non mi posso certo considerare atopos poichè io in fondo non comprendo a pieno i pensieri più alti, ma mi sforzo e ne ammiro la forma facendo in modo che siano dei semi in me, semi che sbocciano lentamente e che curo sempre, giorno dopo giorno, preoccupandomi della loro condizione.
    Il bene sommo di S.Agostino, tuo maestro, mi riempie di amore verso l'antica scienza regina e non di rado mi soffermo a riflettere su questo.
    E' affascinante vedere come le cose che esistono discendono da questo e che il male non è altro che il medesimo bene che viene meno, perciò non è visibile ed ogni vuoto è mancanza di bene, allor aggiungo che fisicamente ogni vuoto tende a riempirsi, e sorrido al pensiero che il vuoto stesso, tendente a riempirsi, lo fa con qualcosa di buono.
    Mi è caro anche Epicuro, che mi fornisce la medicina per vivere e non vedo il male di questa filosofia, mi sforzo solo di comprendere il suo pensiero e acquisisco come sempre ciò che più mi piace e mi aiuta.
    In ultimo c'è Schopenhauer, che seppur con il suo odio verso le donne e altro, lo seguo perchè io credo c'abbia ragione sul carattere empireo e sul tempo.
    Tutti questi, mio maestro, io leggo e ammiro e anche i pensieri d'altri spirti grandi mi piacerà scoprire e acquisire poichè io colsi e colgo ancora la tua esortazione, dopo i vari ragionamenti, allo studio e all'amore, per raggiungere una salda cultura che possa saziarmi nelle mie domande terrene e che mi illumini la via durante qualunque tortuoso cammino."
     
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    Ho appena finito di leggere, ci ho impiegato più del previsto.
    Innanzitutto, ti faccio i miei complimenti per questo saggio degno di un libro di letteratura da studiare al liceo.
    In mezzo sei stato capace di inserirci tante cose, e le hai trattate verosimilmente alla stessa maniera, con calma e spirito di originalità.
    Un autore moderno che conversa col passato. E che parla col passato del passato, e di autori futuri che il Maestro ancora non conosce.
    E' un approccio originale senz'altro.
    E secondo me è impressionante la tua conoscenza filosofica di così tanti autori e sopratutto la capacità di scrivere in italiano volgare trecentesco, davvero.
    Non riuscirò a commentarti tutto, anche perchè verrebbe un poema ancor più lungo del tuo, ma prendo ad esame alcuni frammenti:
    CITAZIONE
    Se tu parli d'amore verso il prossimo, se mi parli di purezza, se mi parli del mondo ch'io amo e non di come l'uomo lo rovina, se mi parli della pace allor tu mi parli del mio Dio, se mi parli di odio e guerra, se mi parli di necessitade d'arme allora Costui non è il dio di cui parlo io."

    Ho sempre creduto a questo. Che cos'è la religione? Che cos'è la fede?
    Se il valore in cui crediamo è lo stesso, ha veramente importanza il modo in cui lo si chiama?
    Ha veramente senso differenziare una cosa chiamata Dio, da una cosa chiamata valore di amore,bene e purezza?
    E a questo punto, che cos'è Dio? Non è forse l'unione di questi elementi? Non è personificazione di valori?

    CITAZIONE
    V'era un vecchio padre che avea due figli e chiese per questo aiuto nella vigna. Il primo disse di no, ma poi vi ripensò e andò, il secondo disse di sì ma non si vide al lavoro. Chi allora seguì ciò che dicea il padre?

    Carina questa storia. Quale autore ne parla?
    Effettivamente, pensandoci, chi è che veramente ha seguito il padre? Chi gli ha mentito? O chi ha detto la verità dicendo che non l'avrebbe seguito? Probabilmente nessuno dei due. Menzogna è male, e certamente non seguire il padre è un male minore della menzogna. Ci sarebbe molto da dibattere a tal proposito..

    CITAZIONE
    Dio è purezza e purezza è sinonimo di bene, il bene assoluto coincide con la figura di Dio stesso, e se Questa Figura fosse solo ideale ... avremmo comunque portato in terra il bene tanto agognato.

    Un po' quello che dicevo prima..

    CITAZIONE
    non bisogna lodare color che attentarono alla sacralità dello stato

    Qui mi sono perso. Qui parli di uno stato sacro, altrove parli di uno stato (di oggi) infimo. Dove sta la tua posizione? E la verità ?

    CITAZIONE
    Tra le tante anime magne apparve il gran console del concordia ordinum e s'espresse presto, da me esortato, nell' illuminarmi sovra l'unico modello di giusto stato.

    Non è specificato chi s'intende per gran console dell'ordine della concordia. Intendi Dio?

    CITAZIONE
    Tra il senato i ricchi saranno i sapienti, coloro che saranno capaci di guardare verso la volontà generale e al bene comune.

    Oh speravo ci fosse anche il mio amato Socrate in tutto questo ^^ Solo che, non è forse l'idea di uno stato utopico?
    Fino a che punto è possibile l'idea di uno stato governato da saggi , che rifugga da ogni forma di corruzione?

    E a proposito di Stato, ho visto che hai affrontato in larga misura uno stato con leggi ferree, che potrebbe incorrere anche nelle repressioni di sangue. C'è qualcosa di hegeliano in questo?
    Ecco, sull'idea di stato, non ho ancora una posizione precisa. Io non sarei così intransigente, ma più che altro perchè nel mio stato utopico non vedrei motivo di andare contro la legge, ritenendola una cosa inutile, e dannosa sia a me che agli altri. Di conseguenza, Legge in uno stato utopico per come lo vedo io è qualcosa che va rispettato alla radice, e che non ha senso parlare di trasgressione, perchè trasgredire di per sè non ha senso.
    Con questo non voglio dire che lo stato sia regolamentato dagli uomini. Lo stato esiste per fare in modo che gli uomini convivano in armonia tra loro secondo leggi comuni. Semplicemente, non comprendo quale sia il vantaggio di andare contro queste leggi: se si trasgredisce, si finisce nel nulla, lontani dal mondo. Il mondo è società, e pur conservando una nostra individualità, è giusto che esistano delle norme sociali che mantengano vivi i rapporti tra gli individui.

    CITAZIONE
    aggiungo che fisicamente ogni vuoto tende a riempirsi, e sorrido al pensiero che il vuoto stesso, tendente a riempirsi, lo fa con qualcosa di buono.

    Quanto vorrei che fosse veramente così. La considerazione è interessante, ma non la darei per scontata.
    D'accordo, il male è assenza di bene. Ma esiste un male nel male? Certamente esiste una scala di mali maggiori e minori: rubare è minore di uccidere.
    E se il "Vuoto Rubare" sfociasse nell'uccisione, la teoria del vuoto che tende a riempirsi di bene non sussisterebbe.

    Mi fermo qua. Complimenti ancora Wakan.
     
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    Innanzitutto ti ringrazio perchè hai letto, dato il lavoro abbastanza complesso e pesante da un certo punto di vista, non immaginavo che qualcuno commentasse, quindi grazie :) Ora risolverò i dubbi che hai.
    Fin quando hai parlato dei passi su Dio, ci sei entrato in pieno.

    "Non bisogna lodare coloro che attentarono alla sacralità dello stato"
    Lo stato sacro è innanzitutto quello romano, che come ho scritto, è per me simbolo di perfezione umana, di fatti ho inserito anche una parte in cui si descrive un sogno dove appare questo gran console del concordia ordinum che è Cicerone, e adesso ti spiego il perchè.
    Cicerone è per me una figura eroica, anzi la figura eroica e direi che in tutta la parte in cui parlo dello stato, si potrebbe riconoscere una certa mia dedica verso questa stessa persona, non solo dal punto di vista del ricordo, di ciò che lui è stato:
    console del concordia ordinum, ovvero colui che aveva la seguente visione politica:
    - difendere ad ogni costo le istituzioni statali
    - fare il bene non di una fazione, ma della totalità delle persone.
    Queste due posizioni che appunto sono cristallizabili nella formula "concordia ordinum" sono tipiche di Cicerone, l'eroe della politica, l'uomo super partes che ha aiutato il popolo contro la corruzione (vedi processo contro Verre) e ha mantenuto la sua posizione nobiliare quando apparsero uomini pericolosi per la loro politica demagogica quali Giulio Cesare in primis!
    Oltre l'elogio alla sua memoria quindi, c'è un preciso elogio alla sua opera, di fatti il sogno è sostanzialmente ripreso dal somnium scipionis di Cicerone, frammento del De Republica in cui si parla di anime magne destinate alla felicità ultraterrena poichè fecero del bene per la patria.
    Appunto ricollegandomi alla sua esperienza e alla sua opera sostengo che tra questi non vi è Giulio Cesare, ma piuttosto Pompeo che riuscì nel 66 a.C. ad ottenere poteri straordinari grazie ad un'orazione di Cicerone e a difendere lo stato dai sovrani orientali sconfiggendo successivamente anche i pirati.

    Sono felice della tua interpretazione sullo stato retto dai filosofi perchè oltre al fatto che è giusta io in realtà non ho pensato a ciò, volevo semplicemente fare un omaggio al Principe di Machiavelli, quando appunto dico che c'è bisogno di un filosofo, magari anche un principe, capace di accentrare su di sè tutto il potere per poi riformare una nuova res publica, libera da corruzione perchè appunto deve essere formata da uomini del calibro di Cicerone.
    Da qui c'è anche il mio punto di vista, quello che mi ha fatto vedere i popoli rivoluzionari come quello francese o personalità innovative e riformatrici come i Gracchi o Giulio Cesare con una certa antipatia, a favore invece dei nobili che possono essere appunto quelli della fazione ciceroniana oppure (cosa che non ho scritto) re come Luigi XVI di Francia.

    Sull'ultima citazione non ho molto da dire, rimane una cosa puramente teorica ed è un omaggio alla filosofia di S.Agostino perchè positiva e strutturata bene nel suo modo teorico, poi non sempre la teoria può divenire praticabile.

    Grazie ancora per aver letto ^^
     
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  4. Norvos
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    Voglio fare una cosa del genere da parecchio tempo, un dialogo tra me e me che abbia un argomento "alto". Purtroppo mi manca il rigore mentale necessario, impazzirei a metà dell'opera xD Come Ray ti faccio quindi i complimenti per ciò che hai scritto -e anche per come lo hai scritto-.


    CITAZIONE (*Ray @ 15/7/2012, 17:53) 
    CITAZIONE
    aggiungo che fisicamente ogni vuoto tende a riempirsi, e sorrido al pensiero che il vuoto stesso, tendente a riempirsi, lo fa con qualcosa di buono.

    Quanto vorrei che fosse veramente così. La considerazione è interessante, ma non la darei per scontata.
    D'accordo, il male è assenza di bene. Ma esiste un male nel male? Certamente esiste una scala di mali maggiori e minori: rubare è minore di uccidere.
    E se il "Vuoto Rubare" sfociasse nell'uccisione, la teoria del vuoto che tende a riempirsi di bene non sussisterebbe.

    Mi fermo qua. Complimenti ancora Wakan.

    Volevo però rispondere a Ray, in particolare alla frase in grassetto.

    Il male -imho- non esiste. Quello che noi -o la società- vediamo come male non è che ciò che rappresenta il bene per qualcun altro. Hitler perseguiva un ideale che per lui era il bene, come anche Stalin o l'Inquisizione: tutto dipende dal punto di vista, da quale parte dello specchio vedi la realtà. Realtà che non è bidimensionale come un piano ma è piuttosto come una sfera: ricoperta da infiniti, microscopici spigoli.
     
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    Grazie anche a te Norvos.
    Per quanto riguarda il male hai ragione ... non esiste.
    Chi decide poi cos'è il male?
    Siamo sicuri che ciò che consideriamo male lo è davvero?
    Per esempio uccidere ... oggi diciamo che è male perchè l'uomo non ha necessità ora di uccidere un altro uomo per delle particolari esigenze, ma se in un futuro mancasse cibo o acqua (sparo due cavolate come esempio) l'uomo più forte che uccide il debole per vivere, non potrebbe essere giustificato?
     
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    CITAZIONE (Wakan.Tanka @ 15/7/2012, 23:19) 
    Grazie anche a te Norvos.
    Per quanto riguarda il male hai ragione ... non esiste.
    Chi decide poi cos'è il male?
    Siamo sicuri che ciò che consideriamo male lo è davvero?
    Per esempio uccidere ... oggi diciamo che è male perchè l'uomo non ha necessità ora di uccidere un altro uomo per delle particolari esigenze, ma se in un futuro mancasse cibo o acqua (sparo due cavolate come esempio) l'uomo più forte che uccide il debole per vivere, non potrebbe essere giustificato?

    sono le religioni che stabiliscono secondo i loro canoni che cosa è il male.
    Nelle regioni primitive esistevano i sacrifici umani, e non era un male. Era un bene.
    Qui mi sarei volentieri buttato a dire che il vero male è la religione, ma dopotutto religione (e stato) sono costruzioni dell'uomo.
    Che l'uomo sia il male di se stesso?
    Quelli che Norvos ha giustamente chiamato punti di vista sono le dimensioni culturali in cui ci si proietta.
    Oggigiorno in un certo paese si praticano aborto e matrimoni gay, in un altro è abominio.
    E' la cultura che stabilisce il male. E la cultura è fondata sulla storia dell'uomo.
    Pensandoci, se nella Bibbia (non sono un religioso) ai tempi di Adamo ed Eva non esisteva ancora il male, allo stesso tempo non esisteva neppure la storia.
     
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5 replies since 13/7/2012, 21:16   46 views
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